A gl'Erbi


Le erbe nella tradizione popolare del territorio di Poggio Berni e delle zone limitrofe.

Scritto da Maurizio Matteini Palmerini, Rino Salvi e Marco Casadei  

 

Erbe per non dimenticare

Il catalogo delle erbe che la natura ha messo (e mette) a disposizione del genere umano è sempre stato conosciuto e praticato come un sostegno alle necessità della vita quotidiana. Dal nutrimento, alla medicina popolare, alle credenze magiche, le erbe si sono sempre presentate come occasione di sostentamento e ricerca di soluzioni pratiche alle necessità del corpo. Quel catalogo (se così vogliamo chiamarlo) era diffusamente a conoscenza di tutti. S’imparava guardando gli anziani, sentendoli raccontare di bontà, opportunità, pratiche. Attraverso le parole dei “conoscitori” i più giovani erano stimolati a conoscere la natura e le sue espressioni, per poi sperimentare e trasmettere ai nuovi giovani. Ora quel catalogo è conosciuto da pochi, non che non esista più, ma sono sempre meno coloro che sanno come approfittare di quella pianta, di quell’erba, dove la si trova, in che stagione, come deve essere cucinata, quale sua parte, ecc. E così scompaiono sapori, saperi, la conoscenza d’ interi mondi vegetali utili, che la natura continua ad offrire. La conoscenza delle erbe e della loro utilità deve essere associata alla conoscenza di quei saperi pratici che sanno come trattarle, come sceglierle nella stagione e nel grado di crescita. Efficaci rimedi per malanni, ingredienti della cucina povera, simboli di difesa magica, le erbe sono state alleate degli uomini e delle donne del mondo popolare. L’oblio del catalogo della loro presenza ed uso si presenta come fattore d’impoverimento del nostro stare al mondo. Agl’erbi vuole essere una occasione di resistenza. Occasione di memoria e riscoperta di un mondo utile alla vita e al gusto semplice, una sorta di lotta all’impoverimento del nostro rapporto con la natura. Chi ha raccolto testimonianze, informazioni, immagini per realizzare questo libro l’ha fatto per partecipare ad una sorta di resistenza sociale. Una resistenza contro quella scomparsa della memoria popolare che rischia di renderci più poveri, più indifferenti a qual dialogo con la natura che ci richiama al senso del nostro abitare il pianeta.

 

 Prof.  Mario Turci

 

* Direttore Museo Etnografico di Santarcangelo


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